Nella prima mattinata del 6 ottobre, la Polizia di Stato, su coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino guidata dal Procuratore Giovanni Bombardieri, ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria nei confronti di due ex titolari e gestori di una sala scommesse a Trofarello, nel Torinese.
Le indagini
I due, insieme ad altre 13 persone, sono indagati per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa, e frode in competizioni sportive, autoriciclaggio.
Le investigazioni, condotte dalla Squadra Mobile di Torino e dalla locale S.I.S.C.O. e avviate nel settembre del 2022, hanno portato alla luce un gruppo organizzato dedito ad attività di raccolta abusiva di scommesse su eventi sportivi tramite piattaforme di gioco raggiungibili grazie a link dedicati.
Nel dicembre dello stesso anno, a seguito di un mirato controllo amministrativo effettuato, era emerso che il centro nevralgico del gruppo criminale era la sala scommesse di Trofarello, formalmente intestata ad uno dei due destinatari della misura cautelare. All’interno dell’attività, infatti, era operativo un sistema parallelo di raccolta e gestione di scommesse non autorizzate (rispetto alle piattaforme legali) anche a distanza, basato sull’utilizzo di sofisticati software e spazi virtuali.
Il gruppo si avvaleva della creazione e gestione di piattaforme di gioco online (parallele rispetto a quelle autorizzate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), denominate “betart.bet”, “specialbet.bet” e “crazybet”, messe a disposizione degli scommettitori mediante l’apertura di linee di credito e la concessione di fidi. In tal modo, la compagine riusciva a gestire un ingente flusso di puntate per importi e profitti di centinaia di migliaia di euro. Le comunicazioni avvenivano tramite chat criptate, utilizzando nickname e sistemi di cifratura avanzati, volti a garantire la segretezza delle conversazioni e a eludere le attività investigative.
L’azione criminosa del gruppo si è contraddistinta anche per la sistematica violazione delle normative vigenti in materia fiscale e di prevenzione del riciclaggio. Gli investigatori sono riusciti a ricostruire con precisione i flussi di denaro attraverso l’esame di ricariche con carte prepagate e di movimentazioni verso conti esteri, delineando un ingegnoso sistema di gestione e occultamento dei proventi illeciti.
Accanto ai membri principali dell’organizzazione, sono stati individuati numerosi intermediari che fungevano da collegamento tra i vertici del gruppo e gli scommettitori. Tra questi ultimi, un calciatore professionista, il quale aveva accumulato nel tempo un considerevole debito di gioco.