Solvay, la procura chiude le indagini: indagati due manager
L'ipotesi della procura di Alessandria è di disastro ambientale colposo
Stefano Bigini 62 anni (dal 2008 e fino al dicembre 2018 direttore di stabilimento) e Andrea Diotto 47 anni (dal 1° gennaio 2013 direttore dell’Unità di produzione fluidi e dal 1° settembre 2018 direttore di stabilimento) sono i due indagati dell'inchiesta della Procura di Alessandria, aperta dopo un esposto contro la Solvay, nel 2020. Era stato depositato dal Wwf, quando il primo processo sull'inquinamento da parte dello stabilimento Solvay si era chiuso con la sentenza definitiva di condanna per disastro innominato colposo.
L'ipotesi di disastro ambientale colposo
L'ipotesi della procura di Alessandria è di disastro ambientale colposo. Nel filone d'indagine oltre ai due manager ci sarebbe la responsabilità anche dell'azienda. Entrambi, secondo inquirenti, avrebbero badato al risparmio dei costi di bonifica e alla maggiore efficacia della produzione industriale. Dunque, sarebbe stato omesso sia il più efficace risanamento della contaminazione precedente del sito, sia il più sicuro contenimento del rilascio dei contaminanti nella falda sotto lo stabilimento e nelle acque a valle. Il tutto sarebbe stato segnalato dall'avvocato Vittorio Spallasso, che difende sia il Wwf che i diversi abitanti della zona che vivono oltre ai problemi ambientali anche quelli di salute.
I monitoraggi Arpa
Da tempo sia gli ambientalisti che comuni cittadini riuniti in comitati fanno lunghe battaglie contro l'inquinamento della zona. L'Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente), dal 2019, avrebbero dimostrato la costante presenza di inquinanti riferibili alle produzioni di Solvay nelle acque e nell'aria: sia Pfas sia il cromo. Tra le questioni che sono entrate nella lente d'ingrandimento della Procura c'è anche la tenuta della barriera idraulica che, in diversi casi tra il 2014 e il 2019, si sarebbe dimostrata inefficace.
Nel 2021, dopo l'intervento del Comune di Alessandria, ci sarebbe stato un processo di revisione e controllo potenziato.
"Solvay apprende che al termine di approfondite e lunghe indagini preliminari condotte dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Alessandria e dai NOE di Alessandria, il Pubblico Ministero ha notificato la conclusione delle indagini a solo 2 delle 8 persone inizialmente indagate. Rispetto allo scenario configurato alla partenza delle indagini e alle accuse sostenute dalle denunce e dagli esposti presentati in Procura, le imputazioni appaiono ridimensionate: in particolare viene escluso il reato di omessa bonifica e il dolo originariamente contestato; le residue ipotesi d’accusa riguardano una responsabilità colposa (cioè non intenzionale) relativa ad una presunta alterazione dell’ambiente. Solvay è certa che tutti i propri manager hanno sempre operato con correttezza e nell’osservanza delle normative ambientali e conferma la propria fiducia nella giustizia e nel lavoro dei magistrati che sapranno fare pienamente chiarezza sul loro corretto operato”.