la sentenza

Strage di Quargnento, arrestata anche la moglie di Giovanni Vincenti, Antonella Patrucco

La donna è ritenuta responsabile degli stessi gravissimi reati imputati al marito.

Strage di Quargnento, arrestata anche la moglie di Giovanni Vincenti, Antonella Patrucco
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Strage di Quargnento, anche la moglie di Giovanni Vincenti, Antonella Patrucco, è stata arrestata: secondo il tribunale avrebbe partecipato a tutte le fasi della strage.

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Strage di Quargnento, arrestata anche la moglie di Vincenti

I Carabinieri arrestano anche Antonella Patrucco. La Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa: la moglie di Vincenti, già rinviata a giudizio in quanto ritenuta responsabile degli stessi gravissimi reati imputati al marito, finisce in carcere come il marito.

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La sentenza

Nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 24 giugno 2020, all’esito dell’udienza tenutasi a Roma, presso la Suprema Corte di Cassazione, che ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa di Antonella Patrucco – già rinviata a giudizio dal G.U.P. del Tribunale di Alessandria lo scorso 28 maggio e imputata, in concorso con il marito, dei reati, tutti aggravati, di crollo di costruzioni o altri disastri dolosi; omicidio aggravato; lesioni personali aggravate; fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona e calunnia - avverso l’ordinanza emessa lo scorso 25 febbraio dal Tribunale Ordinario di Torino, inerente l’accoglimento dell’appello proposto dal P.M. avverso l’ordinanza emessa il 13 gennaio dal GIP del Tribunale di Alessandria, che non aveva accolto la richiesta di misura cautelare in carcere avanzata dalla Procura nei confronti della donna, i Carabinieri di Alessandria hanno tratto in arresto Antonella Patrucco, in esecuzione dell'ordinanza del Tribunale del Capoluogo piemontese.

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Fattiva partecipazione

Molteplici, univoci e concordanti gli elementi di responsabilità raccolti dai Carabinieri di Alessandria non solo a carico di Giovanni Vincenti, sottoposto a fermo di indiziato di delitto nei giorni immediatamente successivi ai fatti, ma anche nei confronti della di sua moglie, che gli inquirenti ritengono abbia fattivamente partecipato a tutte le fasi della vicenda – ideazione, preparazione e realizzazione – che la notte del 5 novembre 2019, mediante due esplosioni appositamente provocate per determinare il crollo della villa di proprietà della donna e riscuotere così il premio assicurativo stipulato solo pochi mesi prima, aveva causato la morte dei Vigili del Fuoco Antonino Candido, Matteo Gastaldo e Marco Triches, oltre al grave ferimento del Carabiniere Roberto Borlengo e dei Vigili del Fuoco Giuliano Dodero e Luca Trombetta, intervenuti sul posto a seguito della prima esplosione seguita da un principio d’incendio.

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Le indagini

Le indagini immediatamente avviate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo e della Compagnia Carabinieri di Alessandria, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, condotte mediante articolate e complesse attività tecniche, nonché un’accurata analisi dei contenuti degli apparati telefonici e informatici in possesso della coppia, avevano consentito agli inquirenti di rinvenire una serie di elementi a carico dell’uomo, culminati, l'8 novembre 2019, con il rinvenimento presso l’abitazione dei coniugi Vincenti, del foglio contenente le istruzioni del dispositivo timer della stessa marca e dello stesso modello di quello rinvenuto all’interno dell’edificio dove si era verificata la prima esplosione e utilizzato per azionare l’innesco. Questa circostanza, assieme ad altri gravi indizi (tra cui il rinvenimento di un flessibile utilizzato da Vincenti per tagliare le inferriate delle due finestre dei due capannoni allo scopo di simulare un’effrazione e rendere quindi più credibile un atto di ritorsione nei suoi confronti, tant’è che i due coniugi, anche nel corso di diverse interviste, hanno affermato di nutrire dei sospetti su alcuni ex vicini di casa), avevano fatto sì che l’uomo, posto di fronte alle evidenti responsabilità emerse a suo carico, avesse reso piena confessione nel corso del suo lungo interrogatorio, al termine del quale, nel corso della notte del 9 novembre, era stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto.

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Antonella Patrucco

Antonella Patrucco, invece, pur a fronte di evidenti contraddizioni emerse dal suo racconto dei fatti e benché la si ritenesse pienamente coinvolta nelle stesse condotte confessate dal marito, era stata inizialmente indagata in stato di libertà. Le ulteriori indagini condotte in modo serrato dagli inquirenti avevano consentito in successione di accertare come il movente dell’azione delittuosa fosse riconducibile all’intenzione da parte dei coniugi di truffare l’assicurazione mediante la sottoscrizione, da parte di Antonella Patrucco, di una polizza assicurativa che prevedeva la copertura degli immobili ubicati nella loro proprietà di Quargnento per “...i danni materiali e diretti da incendi, esplosioni e scoppio causati per dolo da terzi...”, la cui sottoscrizione avveniva dopo pochi giorni dal fallimento dell’ennesima trattativa per la vendita della proprietà. La donna inoltre avrebbe acquistato alcune delle bombole di gas utilizzate per causare l’esplosione, insieme al marito. Sarebbe poi stata presente mentre il marito tagliava le grate per simulare un’effrazione e quindi un’introduzione fraudolenta all’interno delle unità abitative e a posizionare delle bombole e di tutto il dispositivo necessario per causare l’esplosione. Infine la sera della tragedia, anche la Antonella Patrucco era stata messa a conoscenza della prima esplosione e della presenza in loco di Vigili del Fuoco e Carabinieri e così come il marito non aveva fatto nulla per avvertire questi ultimi del gravissimo e imminente rischio per la loro incolumità.

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