Botta e risposta

Trenord chiede 10 mila euro di danni ai pendolari che avevano preso in giro l’azienda

Il comitato Mi.Mo.Al ha ripubblicato un video di Trenord mostrando una tabella con tutte le sue corse cancellate: è arrivata l'accusa di violazione del diritto d'autore e diffamazione.

Trenord chiede 10 mila euro di danni ai pendolari che avevano preso in giro l’azienda
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Trenord chiede 10 mila euro di danni ai pendolari che avevano preso in giro l’azienda. Chiunque volesse fare ironia sulla mole di ritardi accumulati dai treni di Trenord è avvisato: l’azienda di trasporto ferroviario non ha tra le sue qualità il senso dell’ironia e una mossa del genere può arrivare a costare anche caro. Come riporta Business Insider Italia, infatti, l’associazione di pendolari Mi.Mo.Al, formata dai passeggeri della linea ferroviaria Milano-Mortara-Alessandria, si è vista arrivare da Trenord una diffida, la minaccia di un processo civile e una richiesta di risarcimento danni del valore di 10 mila euro.

Trenord chiede 10 mila euro di danni ai pendolari che avevano preso in giro l’azienda

Come riporta "Prima Bergamo", il casus belli sta in un video di natale pubblicato dalla società partecipata da Regione Lombardia. Nel filmato una voce fuori campo leggeva una lettera, scritta a Trenord dallo scrittore e docente universitario Giuseppe Lupo, in cui si dichiarava di provare tenerezza per i treni che avevano portato, anche durante la pandemia, i pendolari sul posto di lavoro in orario. Una realtà ben diversa da quella raccontata dagli stessi pendolari, che al contrario lamentano ogni giorno qualsiasi tipo di disservizio. Così il comitato Mi.Mo.Al ha semplicemente ripubblicato il video aggiungendo una tabella con tutte le tratte ufficialmente cancellate dall’azienda.

Tanto è bastato per scatenare l’ira di Trenord, che ha contestato all’associazione i reati di diffamazione e violazione del diritto d’autore, le ha intimato di rimuovere il video dai social e avanzato una richiesta di risarcimento del valore di 10 mila euro.

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La risposta dei pendolari

Non si è fatta aspettare la risposta da parte dei pendolari a seguito della notizia. Queste le parole che sono state usate gruppo Facebook "La freccia delle Risaie - linea Milano-Mortara" da Adriano Arlenghi, associato di Mi.Mo.Al:

"Hanno violato la proprietà intellettuale. Questa è l'accusa. In pratica è successo semplicemente che è stato preso un video ufficiale di Trenord ed è stato modificato il parlato con l'aggiunta di una serie di osservazioni e di contestazioni sulla puntualità e sulle soppressioni assolutamente veritiere. Così Trenord, che in questo momento proprio dovrebbe stare assolutamente in silenzio per la vergogna in cui fa viaggiare migliaia e migliaia di passeggeri in particolare sulla tratta per Pavia e per Milano, invece di pensare a come ovviare a questa situazione, ha preferito usare tempo e denaro che gli giunge dai contributi pubblici e dagli abbonamenti dei suoi clienti, per denunciare l' associazione. L'associazione, peraltro molto conosciuta, è la Mimoal. Trenord l'ha denunciata chiedendo l'esborso, per danno di immagine di €10000. Insomma una cifretta non proprio simbolica, per un'associazione che vive dei contributi di €5 per ogni tessera di pendolare associato. E poiché a questa associazione ho regalato anch'io, soprattutto nella parte iniziale della sua creazione tre anni fa un pezzo importante del mio tempo, mi sento toccato dagli accadimenti.

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L'associato di Mi.Mo.Al prosegue elencando il lavoro che l'associazione dei pendolari fa, non solo in contrapposizione a Trenord, ma anche elaborando una serie di proposte al fine di migliorare la gestione dei viaggi sui loro mezzi a rotaie:

"Trenord ha voluto sostanzialmente colpire in questo modo un'associazione di volontariato che organizza collettivamente i bisogni di chi studia e di chi lavora. Peraltro è importante sottolineare che il lavoro di Mimoal non è mai stato solo di contrapposizione ma spesso di elaborazione di lunga serie di proposte. Elaborazioni costate un lungo lavoro di analisi, di studio, informazione, con una faticosa e generosa gestione gratuita del proprio tempo libero. Per fornire percorsi possibili. Partendo dal presupposto che chi viaggia ha il diritto di avere treni meno fatiscenti, meno vecchi, treni puntuali e senza soppressioni continue. Ovvero che garantiscano la certezza di arrivare nei tempi che sono scritti negli orari ferroviari. Diritto disatteso da molti anni sulle linee afferenti al nodo di Mortara. Dimostrato plasticamente da mesi e mesi di buoni sconto sugli abbonamenti per non avere rispettato le clausole garantite da contratto. Ora sono molto curioso di vedere da che parte si schiereranno i vari livelli istituzionali. Se staranno dalla parte dei propri cittadini oppure dalla parte di un carrozzone che fa acqua da tutte le parti. Incapace di dare, dopo decenni, un servizio di trasporto degno del terzo millennio. Così per ora, io vorrei esprimere tutta la mia solidarietà personale ai dirigenti di MiMoAl. Dire loro di non aver paura perché sono dalla parte del giusto. Ed anche che essi raccolgono il consenso di tutti coloro che viaggiano o che hanno in passato viaggiato".

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