Operazione anti-riciclaggio conclusa dalla Polizia

Operazione anti-riciclaggio conclusa dalla Polizia
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L’attività di contrasto al Financial Cybercrime condotta dagli investigatori del Compartimento Polizia Postale del Piemonte e Valle D’Aosta ha portato all’esecuzione di due misure di custodia cautelare in carcere emesse dal Tribunale di Torino nei confronti di due cittadini nigeriani ritenuti artefici primari di un’articolata struttura organizzativa dedita al riciclaggio di denaro provento di frodi, con un volume d’affari di diverse centinaia di migliaia di euro.

Almeno 10 le aziende frodate ad oggi individuate, alcune con sede in Italia, altre con sede all’estero, in particolare in Cina e negli U.S.A.; queste ultime sono le vittime prescelte dai criminali  in quanto le indagini delle competenti autorità si scontrano con i limiti di competenza delle legislazioni nazionali.

Grazie al lavoro degli specialisti
della Polizia Postale diretti dalla locale Procura della Repubblica, è stato
possibile definire la fitta rete di transazioni fraudolente interrompendone lo
sviluppo nonché il coinvolgimento di ulteriori vittime.

In particolare, grazie ad avanzate
competenze integrate nel settore informatico e finanziario, è stato possibile analizzare
la notevole mole di dati generati così da predisporre una mappa estesa delle
transazioni digitali sospette cogliendo le direttrici maggiori ove il denaro confluiva.

L’indagine, che già nel marzo di
quest’anno aveva consentito l’arresto in flagranza di uno dei due soggetti, è
scaturita dalla segnalazione dell’Ufficio Antifrode di un noto Istituto
bancario in merito ad un bonifico di circa 5000 euro, provento  di una frode informatica, confluito sul  c/c del cittadino nigeriano.

Benchè di modesta entità, dagli
elaborati accertamenti che sono seguiti, è emerso che il conto oggetto delle
indagini faceva da collettore di svariati traffici sospetti; nei mesi
precedenti aveva infatti ricevuto numerosi bonifici anomali, alcuni dei quali effettivamente
confluiti ed altri preventivamente bloccati dagli Uffici Antifrode. Sui conti
correnti oggetto dell’indagine venivano inoltre versati i proventi di truffe di
natura sentimentale anche note come “love scam”; trattasi del fenomeno per il
quale un soggetto viene raggirato a livello emotivo da truffatori che
promettendo una relazione sentimentale persuadono la vittima a fare ingenti
versamenti di denaro.

Determinanti per l’esito dell’operazione
sono stati gli accertamenti tecnico-forensi sui dispositivi informatici
sequestrati che hanno consentito l’acquisizione di informazioni nodali per
l’avvaloramento delle ipotesi istruttorie avanzate, riconducibili al noto
fenomeno criminale del BEC o Man in the middle.

Lo stesso consiste nell’intrusione di
un terzo soggetto nel dialogo telematico tra due aziende con trattative
commerciali in corso, tramite virus malware/trojan
predisposti ad hoc, che permettono di  cogliere
le e-mail e di modularne i contenuti,
asservendoli alle proprie finalità. Preventivamente vi è uno studio dettagliato
dell’organigramma dell’impresa attraverso il c.d. social engineering che consente al criminale di individuare la
figura titolare del potere di spesa per conto dell’azienda. Questo soggetto sarà
il bersaglio di  una falsa mail inviata da un indirizzo creato appositamente
con una nomenclatura simile a quello dell’interlocutore, servendosi peraltro
dei segni e delle grafiche aziendali della società creditrice; con la stessa mail fraudolenta si chiede di effettuare
il pagamento su un nuovo IBAN, diverso da quello utilizzato abitualmente per i
pagamenti dovuti, dirottando di fatto ingenti quantità di denaro.

Gli elementi raccolti durante
l’attività di indagine hanno permesso di individuare una regia dall’estero ed
un livello superiore di un’organizzazione criminale che vedeva i soggetti
operanti sul territorio piemontese quali referenti di un sodalizio finalizzato  al riciclaggio del denaro.

L’area criminale così descritta è
sottoposta ad una continua osservazione sia attraverso ricerche OSINT (su fonti
aperte liberamente accessibili dal web) sia tramite controlli mirati avviati in
cooperazione bilaterale con altri soggetti istituzionali.

Il trasferimento di una logica di
prevenzione anche nel settore virtuale consente oggi un presidio più forte ed
una tutela più incisiva delle realtà produttive, a beneficio pieno dell’ordine
economico-sociale e dell’intera cittadinanza.

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