Filo Diretto

L’Università di Alessandria come risorsa per il territorio

A Filo Diretto si parla del valore dell’università come motore di rinnovamento generazionale, di confronto culturale e di sviluppo socio-economico

L’Università di Alessandria come risorsa per il territorio

Ospiti a Filo Diretto, il direttore del dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche dell’Università di Alessandria, Giorgio Barberis, e il docente di diritto penale all’Università di Alessandria, Alessandro Provera, hanno parlato dell’importanza della presenza universitaria ad Alessandria.

Non solo un polo di formazione

La presenza di un’università in una città di medie dimensioni come Alessandria è un fattore determinante. Non si tratta solo di accogliere migliaia di studenti che portano nuova linfa generazionale in un territorio che, come molti altri in Italia, tende a invecchiare. L’ateneo diventa soprattutto un centro di idee, di confronto e di crescita condivisa.

Il Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche rappresenta il primo nucleo degli studi universitari avviati in città. Oggi la sua sede a Palazzo Borsalino non è solo un luogo di formazione, ma anche un ponte simbolico tra passato e futuro. Lì, tra le testimonianze della storica fabbrica, prende forma l’università di domani, proiettata verso l’apertura del nuovo campus nella zona nord della città, destinato a trasformarsi in un polo moderno e innovativo.

Un esempio concreto di questo legame con la comunità è l’iniziativa di benvenuto alle matricole, prevista per il 6 ottobre: un momento di accoglienza, informazione e incontro con i docenti, pensato per avvicinare i giovani al percorso universitario e alla vita cittadina.

La crescita dell’università ad Alessandria è quindi anche la crescita della città stessa. Ospitare studenti e docenti significa rafforzare la vocazione culturale, stimolare il tessuto economico e proiettare il territorio in una dimensione nazionale e internazionale.

Orientamento e sostegno

Molti studenti, una volta iscritti, rischiano di abbandonare l’università già dopo il primo anno. A questo problema diffuso il Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche di Alessandria risponde con un approccio innovativo all’orientamento.

Il lavoro parte dalle scuole superiori, con l’obiettivo di aiutare i ragazzi a scegliere consapevolmente il percorso di laurea. È la fase dell’orientamento in entrata, cruciale per prevenire decisioni affrettate e ridurre i casi di rinuncia. Ma l’accompagnamento non si ferma qui: durante il corso di studi gli studenti trovano supporto continuo, grazie a tutor e docenti disponibili ad ascoltare esigenze personali e difficoltà, non solo di studio ma anche logistiche.

L’orientamento prosegue infine con l’attenzione al mondo del lavoro. Attraverso collaborazioni con tribunali, procure, camera di commercio e realtà imprenditoriali locali, l’ateneo costruisce reti che favoriscono il passaggio dalla laurea alla professione. Anche le discipline umanistiche, come giurisprudenza e scienze politiche, possono così contare su strumenti concreti per connettersi al territorio.

Questo modello dimostra che l’università non è soltanto un luogo di lezione, ma una comunità che si prende cura degli studenti in ogni fase, trasformando l’esperienza accademica in un vero percorso di crescita personale e professionale.

Università e spirito critico

Formare avvocati, economisti, giuristi è uno degli obiettivi di un dipartimento universitario. Ma ad Alessandria, come ricordano i docenti, c’è una missione altrettanto importante: sviluppare nei giovani lo spirito critico e la capacità di pensiero autonomo.

In un’epoca segnata da rapide trasformazioni tecnologiche e sociali, una formazione eccessivamente specialistica rischia di diventare obsoleta. Al contrario, una solida base culturale e umanistica permette di affrontare con maggiore consapevolezza i cambiamenti del mondo del lavoro e della società. Lo spirito critico non significa contestazione fine a sé stessa, ma abilità di analizzare i fenomeni, di dialogare e di farsi un’opinione personale, senza aderire passivamente a slogan o convenzioni.

L’università diventa così un laboratorio di confronto, dove opinioni diverse trovano spazio e dove si insegnano strumenti per leggere problemi complessi: dai conflitti internazionali alle sfide locali. Non un luogo neutro, ma uno spazio di pluralismo e dibattito, capace di trasmettere ai giovani l’importanza della cittadinanza attiva.

Come ricordava Gramsci, “odio gli indifferenti”: e proprio l’impegno dei ragazzi che oggi tornano a manifestare e a prendere parola è visto dai docenti come un segnale positivo. Perché la conoscenza non serve solo a costruire carriere, ma anche a formare cittadini consapevoli, capaci di dare il loro contributo alla comunità e al mondo.