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Cerutti, la cordata italiana: "Avremmo garantito occupazione doppia e la permanenza a Casale"

L'azienda va agli svizzeri di Bobst, ma solo 30 dei 180 dipendenti del gruppo avranno un contratto.

Cerutti, la cordata italiana: "Avremmo garantito occupazione doppia e la permanenza a Casale"
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La Cerutti di Casale Monferrato va agli svizzeri di Bobst, ma solo 30 dei 180 dipendenti del gruppo avranno un contratto, altri 40 saranno inseriti in una cooperativa. Polemica la cordata italiana sconfitta che dice: “Noi avremmo assunto il doppio dei lavoratori e saremmo rimasti a Casale”.

La Cerutti alla svizzera Bobst

Con un’offerta di 7 milioni di euro la svizzera Bobst si è aggiudicata all’asta marchio, stabilimento e macchinari delle Officine Meccaniche Giovanni Cerutti. E’ stata l’offerta migliore ma con un rialzo minimo: solo 100mila euro in più rispetto a quella di Rinascita Seconda, cordata di imprenditori italiani affiancati dal fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività di impresa gestito da Invitalia, che aveva messo sul piatto 6,9 milioni di euro e aveva promesso l’assunzione di 60 dipendenti e il mantenimento dell’impianto a Casale Monferrato.

Assunti solo 30 dipendenti

Bobst invece assumerà solo 30 dipendenti, creerà una cooperativa di 40 persone per un appalto triennale e trasferirà la produzione all’impianto di San Giorgio Monferrato.

Dei 287 dipendenti della Cerutti molti dei quali avevano già trovato lavoro in altre realtà ne restano 182 in presidio da cinque mesi che non ricevono la cassa integrazione da aprile per un intoppo burocratico. Ora la maggior parte di loro non rientrerà nel nuovo organico pertanto verrà licenziata.

"Avremmo garantito occupazione doppia e la permanenza a Casale"

I sindacati preoccupati annunciano che incontreranno l’azienda per mettere a punto l’accordo mentre gli imprenditori di Rinascita Seconda, oltre a segnalare che il bando di gara non teneva conto degli aspetti occupazionali, si dicono profondamente dispiaciuti soprattutto perché le attività della storica azienda rischiano di disperdersi all’interno di un gruppo straniero con gravi conseguenze per il tessuto sociale ed economico del territorio.

"Il bando di gara, per come è stato concepito e strutturato, non teneva conto della valenza sociale e degli aspetti occupazionali dell’offerta di Rinascita Seconda S.r.l.

La cordata di imprenditori italiani, infatti, ha presentato un’offerta che prevedeva l’assunzione a tempo indeterminato di un numero di dipendenti doppio rispetto a quanto stabilito dal bando (61, con possibilità di ulteriori assunzioni nell’arco del piano industriale) e superiore rispetto all’offerta del concorrente. L’offerta, inoltre, prevedeva che la ripartenza dell’impresa avvenisse nello storico stabilimento di via Adam a Casale Monferrato.

La proposta di Rinascita Seconda s.r.l. avrebbe avuto una forte valenza sociale perché incentrata sul rilancio di Cerutti come entità autonoma e indipendente in grado di creare valore per la comunità attraverso gli investimenti che sarebbero stati realizzati in caso di assegnazione".

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