Ospite a Filo Diretto, il sindaco di Alessandria Giorgio Abonante ha parlato della vicenda Amag Mobilità e della querela a Chiorino e sindacati, della querelle sul nuovo ospedale con la Regione ed ha risposto alle domande di alcuni telespettatori in merito a sicurezza urbana e trasporti pubblici.
La vicenda Amag Mobilità
La disputa tra Comune di Alessandria, Regione Piemonte e sindacati sul futuro dei lavoratori legati ai servizi di Amag Mobilità ha assunto toni istituzionali e ora anche giudiziari. Il Sindaco Giorgio Abonante ha infatti presentato una querela in risposta a un documento regionale ritenuto lesivo dell’operato comunale.
La discussione nasce dal rinnovo delle gare per parcheggi, trasporto studenti e altri servizi collegati ad Amag Mobilità. Secondo l’amministrazione comunale, la riorganizzazione è stata condotta prevedendo tutte le tutele possibili per il personale coinvolto. Il Sindaco sostiene che, nonostante fossero circolate ipotesi di decine di esuberi, oggi non risulta alcun lavoratore rimasto senza collocazione.
La contestazione pubblica si è accesa quando, durante un confronto istituzionale in Regione, è stato redatto un verbale che – a giudizio del Comune – lasciava intendere un atteggiamento superficiale verso la salvaguardia dell’occupazione. Una ricostruzione definita “mistificatoria” dal Sindaco, che ha scelto di rivolgersi alla magistratura.
Al di là del piano legale, la questione si inserisce in un quadro più ampio: la gestione dei servizi pubblici locali e il loro equilibrio economico. Il Comune evidenzia come la revisione del contratto dei parcheggi garantisca non solo continuità lavorativa, ma anche nuove entrate strutturali per il bilancio cittadino, stimate tra 600 e 800 mila euro l’anno.
La vicenda proseguirà ora nelle sedi competenti, mentre l’amministrazione ribadisce di voler mantenere centrale la tutela dei lavoratori e la trasparenza degli atti.
Nuovo ospedale, il Comune chiede certezze
Il nuovo ospedale di Alessandria è riconosciuto come necessario da tutte le istituzioni. Ma il dibattito ruota ora attorno alle condizioni preliminari che devono accompagnarne la realizzazione.
La zona individuata per il nuovo presidio sanitario si trova dietro la Clinica del Cuore, nel quartiere Borsalino. L’area, però, è classificata come potenzialmente esondabile secondo i documenti dell’Autorità di Bacino. Da qui la richiesta del Comune di concordare un piano chiaro per la messa in sicurezza idrogeologica prima di procedere con la fase progettuale.
Accanto agli aspetti ambientali c’è il tema della viabilità, considerato determinante per garantire accesso semplice a cittadini e mezzi sanitari, incluso chi proviene dalle aree più lontane della provincia.
Un terzo nodo, spesso meno evidente ma rilevante, riguarda il futuro dell’attuale ospedale. Una volta trasferite le attività, l’area non può essere lasciata in abbandono. Il Comune chiede quindi alla Regione un impegno formale per il finanziamento della riqualificazione urbana.
Secondo l’amministrazione, tutto ciò era già stato previsto in un protocollo condiviso, che tuttavia necessita ora di essere firmato da tutti gli enti coinvolti. Per il Sindaco, non si tratta di polemica politica, ma di garantire che Alessandria ottenga una struttura moderna senza ereditare nuovi problemi urbanistici.
Sicurezza urbana e trasporti
Le telefonate arrivate durante la trasmissione hanno evidenziato le esigenze quotidiane dei cittadini: spazi pubblici vissuti in sicurezza e collegamenti efficienti tra città e territorio.
Il Comune sta portando avanti un ampio programma di sostituzione dell’illuminazione pubblica e installazione di nuove telecamere, con particolare attenzione ai sobborghi e alle zone vicine alla stazione. Interventi che si affiancano a iniziative di animazione degli spazi pubblici, per favorire una maggiore presenza di cittadini e attività sociali nelle aree percepite come più sensibili.
Tuttavia, resta aperto il tema della mobilità pubblica. La riduzione di treni e autobus festivi e serali rende complessi gli spostamenti verso i quartieri e i comuni della provincia. La richiesta che emerge è chiara: servono più collegamenti, specie per chi sceglie soluzioni sostenibili e non dispone di un’auto.
Parallelamente, cresce l’attenzione sulla possibile trasformazione del carcere di San Michele in una struttura destinata a ospitare numerosi detenuti al regime 41-bis. Associazioni e amministrazione temono che ciò comporti la cessazione delle attività socio-riabilitative attualmente attive da anni, ritenute fondamentali per il rapporto tra istituto e città. Il Comune ha chiesto al Ministero chiarimenti ufficiali e coinvolgimento formale nelle decisioni.