Consiglio regionale

Audizione in Commissione Ambiente sul deposito rifiuti radioattivi: 5 i siti idonei nell’Alessandrino

I chiarimenti dell’ingegner Annafrancesca Mariani, direttrice Sogin del Deposito unico nazionale e del Parco tecnologico

Audizione in Commissione Ambiente sul deposito rifiuti radioattivi: 5 i siti idonei nell’Alessandrino

Il Deposito unico nazionale per i rifiuti radioattivi è stato argomento di un’audizione nel corso della Commissione Ambiente del Consiglio Regionale del Piemonte.

L’audizione in Commissione Ambiente

L’audizione con i vertici Sogin – la società che ha il compito localizzare, realizzare e gestire il deposito – è stata richiesta dal Movimento 5 Stelle per chiarire l’iter e gli aspetti tecnici relativi al futuro Deposito Nazionale di Scorie Nucleari. “Si tratta di un progetto complesso, estremamente costoso e dai tempi molto lunghi, che interesserà un’area grande come 200 campi da calcio e ospiterà 78.000 metri cubi di scorie nucleari.  – spiegano i consiglieri pentastellati – Siamo anche preoccupati per le questioni legate al trasporto dei rifiuti, un aspetto delicato che richiede massima attenzione e pianificazione. Condividiamo l’esigenza di avere un Deposito nazionale per le scorie nucleari, ma a nostro avviso in Piemonte non esiste un luogo idoneo per poterlo realizzare”.

L’iter di localizzazione del sito è iniziato il 5 gennaio 2021 con la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee e si concluderà nel 2029 con l’autorizzazione a realizzare il progetto, mentre nel 2039 è stimata la sua entrata in funzione.

Nel corso dell’audizione, l’ingegner Annafrancesca Mariani, direttrice Sogin del Deposito unico nazionale e del Parco tecnologico, ha spiegato che si sta proseguendo con gli atti preliminari e tutte le complesse verifiche necessarie per individuare l’area in cui verrà costruito il deposito. Come spiegato dall’ingegner Mariani, il deposito occuperà un’area di 110 ettari, più altri 40 per il Parco tecnologico annesso e permetterà di stoccare rifiuti radioattivi – ad oggi presenti in decine di depositi temporanei –  per i prossimi 300 anni. Il costo complessivo dell’opera sarà di 1,5 miliardi e la sua costruzione genererà più di 4mila posti di lavoro. 

“Si tratta di un’infrastruttura di superficie che consentirà di ottimizzare la gestione dei rifiuti radioattivi prodotti dall’esercizio e dallo smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari italiani (circa 60% del totale) e dalle attività di medicina nucleare, industria e ricerca scientifica (circa 40%). – ha spiegato la direttrice di Sogin – Servirà per sistemare in via definitiva 84.000 mc dii rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività e a stoccare temporaneamente 14.000 mc di rifiuti a media e alta attività, in attesa della disponibilità del deposito geologico di profondità, per la loro sistemazione definitiva”. 

Il “no” della Provincia di Alessandria

Dei 51 siti individuati come idonei in tutta Italia, 5 sono in Piemonte e si trovano tutti in provincia di Alessandria: Bosco Marengo-Novi Ligure, Alessandria-Oviglio, Alessandria-Quargnento, Castelnuovo Bormida-Sezzadio, Fubine Monferrato-Quargnento.

Nei mesi scorso la Provincia di Alessandria ha ribadito la propria posizione contraria all’eventuale collocazione del deposito in una delle 5 aree piemontesi, chiedendo al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin di valutare approfondimenti e valutazioni sull’idoneità dei 5 siti alessandrini, chiedendo maggior trasparenza.

Un “no” ribadito più volte anche dai sindaci dei Comuni alessandrini interessati dal progetto.