La crisi dell’Ilva continua a tenere con il fiato sospeso Novi Ligure e l’intero comparto siderurgico italiano. Tra debiti, riconversioni energetiche e possibili acquirenti, il destino di centinaia di lavoratori resta incerto. Intanto, questa mattina è stato interrotto il presidio presso lo stabilimento novese, dopo la garanzia della continuità produttiva fino alla fine di febbraio, e diminuiscono il numero delle persone in casa integrazione, che da 170 scendono a 160.
Il futuro incerto dell’Ilva
La vicenda Ilva resta uno dei nodi industriali più delicati del Paese e per Novi Ligure rappresenta una questione vitale. Sono 550 i lavoratori direttamente impiegati nello stabilimento e oltre 200 quelli dell’indotto. Numeri che, in una città di poco più di 27mila abitanti, spiegano da soli il peso sociale ed economico della crisi.
Secondo quanto emerso nell’audizione al Senato, la situazione nazionale appare altrettanto complessa: lo stabilimento di Taranto porta sulle spalle miliardi di debiti e richiede investimenti imponenti per completare la riconversione energetica dai vecchi altiforni ai forni elettrici. Il passaggio è indispensabile, ma estremamente costoso e legato anche al tema della fornitura energetica.
A pesare è stata anche la mancata installazione della nave rigassificatrice nel porto di Taranto, scelta che ha fatto venir meno l’interesse di un grande gruppo internazionale pronto a investire sull’impianto. Una decisione assunta per ragioni ambientali e sanitarie, che però ha rallentato ulteriormente il percorso di rilancio.
Sul tavolo restano più ipotesi: l’ingresso di un soggetto privato con il sostegno pubblico, oppure un maggiore intervento diretto dello Stato. Una vera nazionalizzazione non è esclusa, ma viene considerata una scelta complessa e da valutare attentamente. Nel frattempo, si guarda anche alla possibilità di rifornirsi di acciaio da altri produttori europei per non interrompere l’attività delle linee di produzione.
Il tempo stringe e le prossime settimane saranno decisive per capire se il futuro dell’Ilva potrà finalmente trovare una direzione stabile.
Natale tra preoccupazioni e speranze
Il Natale si avvicina in un clima segnato da grandi incertezze, soprattutto per le famiglie legate al futuro dell’Ilva. Nel suo messaggio alla città, il sindaco Rocchino Muliere ha voluto rivolgere un augurio particolare proprio ai lavoratori che vivono da mesi nell’ansia per il proprio posto di lavoro.
Il pensiero va anche a tutte le persone che attraversano situazioni di fragilità economica e sociale. In questo contesto, è stato sottolineato il valore della rete di solidarietà cittadina, fatta di associazioni, volontari e realtà del terzo settore che ogni giorno offrono sostegno concreto.
Accanto alle difficoltà, resta la speranza che il nuovo anno possa portare notizie positive sul fronte industriale e occupazionale. L’auspicio è che il 2026 segni un punto di svolta per la città, con il consolidamento dei progetti avviati e nuove opportunità di sviluppo.
Il messaggio natalizio si chiude con l’invito a riscoprire il senso di comunità e di vicinanza reciproca, elementi fondamentali per affrontare i momenti più complessi. Un augurio semplice ma carico di significato, rivolto a tutti i cittadini di Novi Ligure.
Dolci Terre fa il pieno di pubblico
Tre giorni di pubblico numeroso, oltre 5.000 degustazioni e stand costantemente animati: il bilancio dell’ultima edizione di Dolci Terre è più che positivo. La rassegna enogastronomica, giunta alla 28ª edizione, si conferma uno degli appuntamenti più attesi dell’anno per Novi Ligure e per l’intero territorio.
L’evento non è solo una vetrina delle eccellenze locali, ma anche un momento di incontro e socialità, capace di coinvolgere residenti e visitatori. Provenienze sempre più ampie – dalla Liguria, dall’Astigiano e da molte zone del Piemonte – raccontano di una manifestazione che ha ormai superato i confini provinciali.
Dolci Terre ha contribuito anche a rafforzare l’immagine di Novi come realtà capace di affiancare alla sua storica vocazione industriale un’offerta turistica in crescita. I dati sul turismo, giudicati incoraggianti, indicano che questa strada può diventare un’opportunità concreta di sviluppo economico.
La valorizzazione dei prodotti tipici, dei vini e delle specialità gastronomiche si unisce così alla promozione del territorio e delle sue bellezze. Un binomio che aiuta a costruire una nuova attrattività, senza rinunciare all’identità produttiva della città.
In un periodo segnato da incertezze economiche, eventi come Dolci Terre rappresentano anche un segnale di fiducia e di vitalità, capace di rafforzare il senso di comunità e di proiettare Novi Ligure verso nuove prospettive.