Ravetti e Canalis(PD): “Strutture residenziali e semi-residenziali in Piemonte a rischio collasso”
Per i consiglieri del Pd occorre un aumento del numero delle convenzioni e del budget sanitario destinato ai servizi

Domenico Ravetti e Monica Canalis, consiglieri regionali del Pd, lanciano l’allarme sulla situazione sempre più critica delle strutture residenziali e semi-residenziali in Piemonte.
Strutture residenziali a rischio
Ravetti e Canalis sottolineano come i gestori delle strutture, i sindacati e le famiglie chiedano alla Giunta Cirio di mantenere la parola data sull’innalzamento della quota sanitaria delle rette in carico alla Regione. Una manovra messa in campo a fine maggio 2024, ma che non è stata accompagna da un aumento complessivo del numero di posti letto convenzionati (che beneficiano della quota sanitaria), né un aumento del budget sanitario complessivo, necessario per aggiornare gli standards di cura e adeguarsi al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro per le cooperative sociali, risalente al gennaio 2024. "Sono in gioco i servizi per anziani, minori, disabilità, dipendenze e salute mentale", commentano i consiglieri regionali del Pd.
"In Piemonte la filiera della residenzialità dà assistenza e cura ad oltre 50.000 piemontesi e lavoro diretto a oltre 35.000 operatori sanitari, socio-sanitari e ausiliari. A questi si aggiungono gli utenti e i lavoratori delle strutture semi residenziali, escluse dalla succitata DGR di maggio 2024, e i lavoratori dei servizi socio-educativi, anch’essi esclusi. -spiegano Ravetti e Canalis - Nelle sole RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) i posti letto accreditati a dicembre 2024 erano 32.976, di cui circa la metà in convenzione con il SSR (Servizio Sanitario Regionale) per ricoveri definitivi, cioè con il 50% della retta finanziato dalla sanità regionale".
"La DGR 38 del 27.5.2024 ha sancito l’aumento per il 2024 del 3,5% della sola quota sanitaria per i posti accreditati e convenzionati con il SSR delle strutture residenziali. - aggiungono - Gli oneri derivanti dalla Dgr hanno comportato un incremento di spesa di 19 milioni di euro per la Regione, attinti dal Fondo Sanitario regionale indistinto trasferito alle varie ASL. Gli aumenti della quota sanitaria sono stati applicati in tutte le ASL piemontesi, ma di pari passo è stato ridotto il numero complessivo dei posti letto convenzionati, vanificando in parte gli effetti della misura".
Le richieste del Pd
Il Partito Democratico sottolinea la necessità di aumentare complessivamente il numero delle convenzioni, per soccorrere le numerose famiglie in lista d’attesa poiché "la nuova Dgr sull’aumento tariffario sanitario residenziale la DGR di maggio 2024 è stata applicata, ma a discapito dell'utenza, visto che sono stati ridotti gli inserimenti in regime di convenzione".
"Occorre aumentare ulteriormente il budget sanitario destinato ai servizi, non solo residenziali, per aggiornare gli standards di cura, adeguarsi all’inflazione, al caro energia e al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro per le cooperative sociali (valido dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2025, con un aumento di circa il 15% in busta paga, comunque inferiore all'inflazione degli ultimi anni), garantendo stipendi adeguati ai lavoratori del settore educativo e della cura. - aggiungono - Inoltre, alle ASL devono essere date indicazioni vincolanti sulla spesa annuale per i minori, le dipendenze, la psichiatria, le persone non autosufficienti o con disabilità. Senza queste indicazioni, il fondo sanitario indistinto viene destinato a finalità differenti".
"Infine, la suddetta DgR impegnava la Giunta a costituire dei tavoli di lavoro che individuassero per gli anni 2025 e 2026 tariffe adeguate a garantire la sostenibilità del settore, anche alla luce dei rinnovi contrattuali ed all’aumento dei costi generali, cercando di raggiungere il 10% di aumento complessivo. Questo non è stato fatto. - concludono Ravetti e Canalis - Se la Giunta Cirio non interviene velocemente, il sistema rischia seriamente il collasso, con perdita di posti di lavoro e di servizi per le famiglie".