Tre domande e risposte per capire l’istruzione parentale

Tre domande e risposte per capire l’istruzione parentale
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In soli due anni scolastici, quelli a cavallo della pandemia, il numero di famiglie italiane che fanno ricorso all’home schooling è più che triplicato: oggi sono oltre quindicimila, infatti, i bambini che non studiano tra i banchi delle scuole pubbliche ma a casa, seguiti da tutor personali o presso scuole private o istituti digitali. Come funziona davvero, però, l’istruzione parentale? Proviamo a capirlo insieme. 

Home schooling: come funziona, chi può farlo, quando è consigliato 

Parlando di istruzione parentale si fa riferimento essenzialmente alla possibilità in capo alle famiglie di provvedere da sole, e non affidandosi alla scuola pubblica, all’educazione dei figli. Bambini e ragazzi che non vanno a scuola, come in parte già si accennava, possono svolgere direttamente a casa le più svariate attività didattiche, seguiti dai genitori o da insegnanti privati, oppure possono frequentare online le lezioni erogate da un’apposita scuola, scelta che è più comune però per studenti più in avanti con l’età come quelli delle scuole medie, o essere iscritti a una scuola privata. Non c’è un’unica risposta, cioè, alla domanda come si fa home schooling?

L’espressione in inglese, per altro, rischia di creare confusione. Se optare per l’istruzione parentale non necessariamente implica di organizzare attività formative casalinghe, come si è appena visto, non sono neanche necessariamente i genitori a doversi occupare dell’istruzione dei figli. Alla domanda quali sono i requisiti necessari per l’home schooling?, infatti, la risposta viene dalle circolari emanate nel tempo dal Ministero dell’Istruzione. Virtualmente in Italia l’istruzione parentale è concessa a tutti: basta dimostrare di avere i mezzi personali e/o economici per dedicarsi all’educazione dei figli in sostituzione della scuola pubblica. Non c’è bisogno, insomma, di avere un trascorso nella scuola o esperienze pregresse in campo formativo, come pure potrebbe essere spontaneo pensare, per fare domanda di home schooling. 

I requisiti non sono stringenti neanche per quanto riguarda a che età si può cominciare con l’home schooling o fino a quando è consigliata l’istruzione familiare. In via del tutto teorica, cioè, si possono cercare alternative alla scuola dal primo anno di scuola dell’obbligo fino ad arrivare al diploma. È per i primi anni di scuola elementare e media, però, che le famiglie italiane optano più frequentemente per l’home schooling. La ragione è duplice: da un lato un percorso formativo più tarato sulle esigenze del singolo bambino è reputato più capace di stimolarlo, aiutarlo a sviluppare talenti e propensioni personali e per molti versi il carattere; dall’altro man mano che passano gli anni e ci si avvicina al mondo dell’università o a quello del lavoro lo studente ha bisogno di sviluppare competenze tecniche mixate a una serie di soft skills, cosa in cui può riuscire meglio un percorso scolastico tradizionale. A dissuadere molti genitori e alunni è innegabilmente anche che al carico, che inevitabilmente cresce man mano che aumenta ordine e grado scolatico, se si opta per l’istruzione parentale si aggiunge quello per la preparazione, a ogni fine di anno scolastico, dell’esame di idoneità per poter passare al successivo.

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