Filo Diretto

La Breast Unit di Alessandria: quando la cura diventa un percorso condiviso

Dalla diagnosi precoce alla genetica, ecco come cambiano gli strumenti per proteggere la salute delle donne

La Breast Unit di Alessandria: quando la cura diventa un percorso condiviso

Ospite a Filo Diretto, la dottoressa Caterina Canepa – referente del Centro Senologico e responsabile della Breast Unit di Alessandria – spiega come la presa in carico multidisciplinare migliori la qualità delle cure e aumenti la sopravvivenza.

Il lavoro della Breast Unit

All’Azienda Ospedaliera Universitaria di Alessandria la cura del tumore alla mammella è un lavoro di squadra. A guidarla è la Breast Unit, un centro certificato a livello nazionale che riunisce specialisti di diverse discipline – dalla chirurgia alla radioterapia, dalla medicina nucleare alla fisioterapia – per accompagnare le pazienti in ogni fase del percorso, dalla diagnosi alla riabilitazione.

Secondo la direttrice Caterina Canepa, l’approccio integrato garantisce un aumento di circa il 10% della sopravvivenza rispetto ai percorsi tradizionali. “La paziente non deve preoccuparsi di nulla – spiega – perché è seguita passo dopo passo da un team coordinato”.
Accanto ai professionisti operano anche i volontari dell’associazione BIOS, che offrono supporto umano e pratico alle donne durante il trattamento.
Il risultato è un modello di assistenza completo, dove competenza scientifica e attenzione alla persona si uniscono per restituire serenità e fiducia. Un esempio virtuoso di sanità pubblica che valorizza la collaborazione tra medici, infermieri e volontari.

L’importanza di Prevenzione Serena

Il mese di ottobre è dedicato alla prevenzione del tumore alla mammella, ma la vera sfida è ricordare che i controlli devono essere costanti tutto l’anno.
La dottoressa Caterina Canepa ricorda che una diagnosi precoce può portare a una guarigione in oltre il 96% dei casi.
Le linee guida raccomandano una prima ecografia attorno ai 30 anni e una mammografia dai 40, da ripetere regolarmente. In Piemonte il programma Prevenzione Serena invita gratuitamente le donne ai controlli periodici, e la provincia di Alessandria si distingue per la sua alta adesione.
Non mancano i chiarimenti su temi spesso fonte di dubbi: le microcalcificazioni non sempre indicano un tumore, ma vanno monitorate con esami mirati. Anche gli uomini possono ammalarsi, seppur in misura minima, soprattutto in presenza di mutazione genetica BRCA.
L’esame genetico è disponibile gratuitamente per chi presenta familiarità, evitando così test costosi e inutili.
Informazione, costanza e fiducia nella rete sanitaria: questi gli ingredienti per trasformare la prevenzione in una vera alleata della vita.

Ricerca, innovazione e vita sana

Nella lotta al tumore alla mammella, la tecnologia e la ricerca stanno cambiando il modo di curare. All’ospedale di Alessandria è attivo un protocollo innovativo che utilizza blocchi anestetici mirati al posto dell’anestesia generale, riducendo i rischi operatori e quasi azzerando il dolore post-intervento.
La struttura universitaria partecipa inoltre a numerosi studi oncologici e dispone di una biobanca che raccoglie campioni tumorali per analisi genetiche e progetti di ricerca, con l’obiettivo di comprendere meglio l’origine dei diversi tipi di tumore.
Dai dati emerge un aumento dei casi in età più giovane, legato anche ai cambiamenti sociali: meno gravidanze e allattamenti riducono la naturale protezione della mammella.
La dottoressa Canepa ricorda però che ogni donna può fare la sua parte: alimentazione equilibrata, niente fumo e attività fisica regolare restano i rimedi più efficaci per prevenire e ridurre il rischio di recidiva.
La scienza progredisce, ma la salute comincia da scelte quotidiane consapevoli.