Dalla collaborazione tra medici, pazienti e Fondazione Buzzi Unicem nasce una nuova alleanza contro un tumore raro ma devastante. Maria Consolata Buzzi, presidente Fondazione Buzzi ETS e Federica Grosso, Oncologo AOU e segretaria scientifica ME.T.I (Mesotelioma Team Italy) ci spiegano la nuova fondazione che unisce centri oncologici, associazioni di pazienti e sostenitori privati per creare una rete nazionale dedicata alla cura e alla ricerca sul mesotelioma.
La fondazione ME.T.I
In Italia il mesotelioma colpisce circa 3,5 uomini e una donna ogni 100 mila abitanti, ma nella provincia di Alessandria i numeri sono drammaticamente più alti. È qui, a Casale Monferrato, che nasce METI – Mesotelioma Team Italy, una fondazione di partecipazione che mira a colmare il divario tra le realtà locali e il resto del Paese.
L’iniziativa riunisce oncologi provenienti dai maggiori centri italiani – da Bergamo a Milano, Padova e Roma – insieme all’associazione di pazienti Tutor e alla Fondazione Buzzi Unicem ETS, che ne sostiene economicamente l’avvio. L’obiettivo è ambizioso: costruire una rete nazionale di cura e ricerca, capace di garantire standard uniformi, accesso agli studi clinici più avanzati e un coordinamento efficace tra i centri di riferimento.
La dottoressa Federica Grosso, oncologa e segretaria scientifica di METI, sottolinea come questa sinergia renda l’Italia più competitiva anche a livello internazionale, permettendo di partecipare a programmi di ricerca globali. È la prima volta che un progetto così organico viene realizzato nel nostro Paese, e rappresenta una svolta nella lotta a un tumore che, pur raro, continua a segnare profondamente intere comunità.
La Fondazione Buzzi Unicem
Da oltre vent’anni la Fondazione Buzzi Unicem ETS finanzia la ricerca sul mesotelioma. Oggi investe nel futuro con un nuovo progetto e un modello di governance innovativo.
Nata nel 2003 come espressione del gruppo industriale Buzzi, la Fondazione Buzzi Unicem ETS ha scelto di affrontare con responsabilità le ferite lasciate dall’amianto sul territorio di Casale Monferrato. In vent’anni ha sostenuto centinaia di progetti di ricerca, borse di studio e iniziative di sensibilizzazione, con quasi 7 milioni di euro erogati.
Oggi la fondazione è il principale motore della nuova rete METI, garantendone la fase di startup per i prossimi cinque anni. L’innovazione non è solo scientifica ma anche organizzativa: METI è infatti una fondazione di partecipazione, un modello che unisce fondatori istituzionali, medici e associazioni di pazienti, ciascuno con ruoli distinti ma integrati.
La gestione economica resta nelle mani del consiglio di amministrazione, mentre la parte scientifica è completamente autonoma, affidata a medici esperti e ricercatori.
Un’impostazione “snella e trasparente” – come spiegano i promotori – resa possibile anche grazie al lavoro volontario di professionisti del territorio che hanno contribuito alla costituzione dell’ente. Un modello virtuoso, che potrebbe diventare esempio per altre realtà italiane dove la collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore è la chiave per far crescere la ricerca.
Ricerca, consapevolezza e umanità
La ricerca sul mesotelioma sta vivendo una fase di rinnovato slancio. Le terapie oggi garantiscono una sopravvivenza più lunga e una migliore qualità di vita, ma la strada è ancora lunga. METI e l’azienda ospedaliera universitaria di Alessandria puntano su tre priorità: potenziare la ricerca, uniformare i trattamenti in tutto il Paese e diffondere la conoscenza di una patologia che resta troppo spesso ignorata.
Il progetto si concentra anche sulla ricerca indipendente, finanziata attraverso bandi e campagne di raccolta fondi, per ridurre la dipendenza dalle grandi aziende farmaceutiche. Un recente finanziamento PNRR permetterà di approfondire lo studio della biologia del tumore, passo fondamentale per terapie più mirate.
Accanto alla scienza, emerge l’importanza del supporto psicologico. A Casale Monferrato è attivo un programma di assistenza dedicato non solo ai pazienti ma anche alle loro famiglie, nato grazie alla collaborazione con l’Università di Torino. La professoressa Granieri e il suo team offrono da anni un sostegno prezioso, capace di trasformare l’approccio alla malattia.
Infine, la Fondazione Buzzi rilancia l’appello al 5×1000, un gesto semplice ma fondamentale per garantire continuità alla ricerca e formare nuove generazioni di studiosi. Perché la battaglia contro il mesotelioma non è solo scientifica: è anche culturale e umana.