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Sanità Piemonte, Riboldi: "Non chiuderemo ospedali e Dea". Liste d'attesa, eterno problema

L'assessore regionale Federico Riboldi smorza le polemiche legate ad un dossier dell’università Bocconi di Milano

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L'assessore Riboldi risponde alle polemiche riguardanti una possibile riduzione dei Pronto soccorso Dea di primo livello in Pronto soccorso base.

La reazione di Riboldi

Mentre l’Agenas – l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali - ha bocciato la riforma dei servizi sanitari territoriali finanziata con 2 miliardi del Pnrr perché meno del 3% delle nuove strutture che dovevano aprire entro il giugno 2026 sono funzionanti, in Piemonte è l’assessore alla Sanità Federico Riboldi a smorzare le polemiche legate ad un dossier dell’università Bocconi di Milano secondo cui per ottimizzare il sistema sanitario piemontese bisognerebbe ridurre il numero dei Pronto soccorso Dea di primo livello in Pronto soccorso base.

Anche la segreteria provinciale di Azione ribadisce la propria ferma contrarietà all'ipotesi, "tenuto conto che in caso di declassamento, si potrebbero determinare disservizi con conseguente sovraffollamento dei Dea e dei pronto soccorso degli altri ospedali provinciali tra cui quello di Alessandria".

"Chiediamo all’assessore Riboldi di prendere in considerazione quanto da noi affermato e di mettere in atto una revisione degli attuali assetti sanitari, con il potenziamento delle strutture di pronto soccorso, valutando anche l’ipotesi del ripristino dei dipartimenti di emergenza e accettazione precedentemente soppressi in ambito provinciale. - continuano da Azione - Vigileremo affinché non vengano depotenziati i servizi sanitari sia a livello provinciale che regionale, auspicando allo stesso tempo nuovi investimenti in ambito sanitario".
Servizio di Alessandra Dellacà

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