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Giro d'Italia: il tedesco Pascal Ackermann vince su tutti, anche sul Covid

Quest'anno c'è qualcosa che fa ancora più paura delle cadute in gara ed è il virus che sta decimando i ciclisti

Giro d'Italia: il tedesco Pascal Ackermann vince su tutti, anche sul Covid
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Pascal Ackermann ha chiuso ieri a Tortona la 11esima tappa del Giro d'Italia, la Camaiore-Tortona, 219 km superando di pochissimo l'italiano Jonathan Milan che con una rimonta tardiva ha sbalordito tutti arrivando talmente vicino al tedesco che in molti fino alla fine non hanno capito chi avesse vinto.

Le cadute di ieri

La tappa di ieri è stata caratterizzata da due brutte cadute: quella dell'inglese Tao Geoghegan Hart, caduto nella discesa della Colla di Boasi. Assieme a lui sono caduti anche Alessandro Covi, il primo a scivolare, a Primoz Roglic, fino a Geraint Thomas, solo Tao Geoghegan Hart però è stato portato via in ambulanza.

La discesa della Colle di Boasi è stata l'ultima anche per Óscar Rodríguez che prima è andato contro un cartello stradale e poi contro il muro di una casa.

Partita da Camaiore, la tappa di eri è stata la più lunga: 214 chilometri.

Oggi arriva il Giro d’Italia nel Torinese. La tappa numero dodici partirà da Bra alle ore 12,30 per concludersi, dopo 179 chilometri e 2300 metri di dislivello, a Rivoli. I corridori, dopo aver raggiunto in un primo tempo la città, dovranno affrontare un circuito che arriva fino al colle Braida per poi tornare indietro verso il rettilineo conclusivo di corso Francia.

L'incubo Covid

Cadute a parte, quello che veramente sembra terrorizzare i ciclisti è l'oscura presenza del Covid. Il virus starebbe infatti, giorno dopo giorno, decimando i corridori.

A parte i casi confermati di Covid ci sarebbero diversi ciclisti che avrebbero accusato malesseri di vario tipo che potrebbero essere legati al virus.

In soli dieci giorni si è comunque arrivati a 18 casi di positività: un dato allarmante che ha sollevato pesanti critiche sulla gestione dei corridori presenti al Giro d'Italia.

Al Giro d'Italia 2023 infatti non sarebbero stati presi protocolli particolari sia nel pre sia nel post tappa: l'organizzazione ha lasciato libertà d'azione ai singoli Team iscritti sul controllo dei propri ciclisti.

 

 

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