Il caso

Deposito nucleare a Trino? Rispunta l'ipotesi ma i "no" sono tanti

La dura condanna del Pd del Monferrato: "Ci risiamo, un tentativo ben orchestrato per saggiare l'attenzione dell'opinione pubblica della zona?"

Deposito nucleare a Trino? Rispunta l'ipotesi ma i "no" sono tanti
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Deposito nucleare a Trino? Le recenti dichiarazioni dell'amministratore delegato di Sogin hanno riacceso il dibattito su una questione di cui si dibatte da tempo e che sembrava essere stata archiviata dopo che il sindaco Daniele Pane aveva ritirato la delibera in cui il comune si autocandidava per ospitare il sito. Un ipotesi che ha tenuto, e continua a tenere, in allarme anche il Monferrato.

Deposito nucleare a Trino? Rispunta l'ipotesi

A Trino, comune al confine con la provincia di Alessandria, torna nuovamente di attualità la questione nucleare.  Tutto era iniziato con l’autocandidatura del Comune ad ospitare il sito unico dei rifiuti radioattivi , autocandidatura poi ritirata ma che nel frattempo aveva visto una vera levata di scudi da parte del territorio vercellese e monferrino.

Una contrarietà culminata lo scorso aprile 2024 in una partecipatissima manifestazione svoltasi ad Alessandria.

A riaccendere il dibattito tra le parti politiche e le associazioni, Legambiente in primis, sono state le recenti dichiarazioni dell’ad Sogin, Gian Luca Artizzu, secondo cui la popolazione di Trino sarebbe ben informata sul tema e sarebbe, "ad eccezione di qualche minoranza" favorevole al progetto. A riprova di questo atteggiamento Artizzu ha citato il successo di presenze in occasione delle giornate di apertura al pubblico della centrale.

La condanna del Pd del Monferrato

Frasi condannate con fermezza da molti attori politici del territorio, anche alessandrino. E' il caso del Pd di Casale e del Monferrato: "Ci risiamo - scrivono dal circolo - non era difficile prevedere che, superato il periodo elettorale legato alle Europee, Regionali ed Amministrative locali, si tornasse a parlare e a suggerire la realizzazione a Trino della cosiddetta 'discarica nucleare'. Questa volta, la provocazione è giunta attraverso le parole dell'Amministratore Delegato di Sogin, nominato a quell'incarico esattamente un anno fa dai due Ministeri guidati da Pichetto Fratin (Forza Italia) e da Giorgetti (Lega per Salvini), che ha espresso il suo apprezzamento per l'ipotesi Trino".

"Che dire? - prosegue il comunicato del Pd - Una 'voce dal sen fuggita', o piuttosto un tentativo ben orchestrato per saggiare l'attenzione dell'opinione pubblica Casalese, Monferrina, Vercellese ed Alessandrina? Magari, anche per lanciare una campagna stampa 'pro nucleare', ben sapendo che, tra l'altro, pensare di ipotizzare un ritorno al nucleare in Italia in assenza di un deposito per lo stoccaggio delle scorie radioattive, sarebbe cosa assai complicata: a pensar male non si sbaglia mai!".

E ancora: "Sull’insensatezza e sulla scelleratezza dell'ipotesi Trino quale luogo per realizzare il deposito nazionale delle scorie radioattive, nei mesi scorsi ci siamo pronunciati tra i primi, in modo forte e chiaro. Come allora, non possiamo che ribadire, con altrettanta forza e determinazione, la nostra più netta contrarietà".

Quindi l'appello: "Chiediamo con forza a chi esercita responsabilità politiche a ogni livello, a chi ricopre cariche istituzionali di ogni tipo, di confermare con atti concreti (e non con parole) che non ha cambiato idea su questi temi, di dimostrare con fatti e comportamenti conseguenti che non c'è disciplina di partito o di appartenenza politica che valga, di fronte a questa provocazione che, senza dubbio, appare più insidiosa e pericolosa della precedente".

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