Sparatoria a cascina Spiotta: un cold case che rischia di rimanere aperto
Sarà il Gip a decidere se riaprire il caso, revocando la sentenza del 3 novembre del 1987 in cui Azzolini fu dichiarato estraneo alla sparatoria e completamente assolto dalle accuse
Potrebbe essere scomparsa nell'alluvione del 1994 la sentenza che la Procura di Torino, il 21 aprile scorso, ha chiesto di revocare riaprendo il caso sulla sparatoria avvenuta a cascina Spiotta, sulle colline alessandrine, dove era stato sequestrato dalle Brigate Rosse l'imprenditore dello spumante Vittorio Vallarino Gancia.
Elemento chiave per la difesa di Lauro Azzolini
Si tratterebbe di un elemento chiave per la difesa di Lauro Azzolini, ex capo della colonna brigatista milanese, considerato dalla procura l'uomo misterioso che fuggì quel 5 giugno del 1975 durante il conflitto a fuoco con i carabinieri in cui morirono l'appuntato Giovanni D'Alfonso e la terrorista Mara Cagol, moglie del capo delle Br Renato Curcio.
Lauro Azzolini, ex capo della colonna brigatista milanese, che il prossimo settembre compirà 80 anni e in passato era stato già assolto (dopo l'arresto del 1° ottobre del 1978, e la condanna a quattro ergastoli). La sentenza definitiva ora è definita fantasma in quanto, attualmente, "non si trova".
La memoria difensiva
La memoria difensiva (lo scritto redatto di proprio pugno con il quale l’imputato in un processo penale ha la possibilità di comunicare direttamente con il giudice, per rafforzare la sua innocenza) ha proprio come punto di inizio la questione della sentenza che non si trova, ritenendo quindi inaccoglibile la richiesta di revocare un provvedimento di cui non si dispone, perso con ogni probabilità con l'alluvione degli anni Novanta che mise in ginocchio l'Alessandrino e che fece perdere tante carte custodite nell'archivio del tribunale della città capoluogo di provincia.
Sarà il Gip a decidere se riaprire il caso, revocando quindi la sentenza del 3 novembre del 1987 in cui Azzolini fu dichiarato estraneo alla sparatoria e completamente assolto dalle accuse. Il giudice dovrà anche decidere sulla validità dei nuovi elementi di prova presentati dall'accusa e contestati nella memoria dalla difesa. Tra queste le impronte digitali ritrovate su un memoriale che secondo Renato Curcio sarebbe stato scritto dal brigatista scampato all'arresto portate dalla procura o le testimonianze sulla sua altezza che non corrisponderebbero.
Davide Steccanella, legale di Azzolini, durante l'udienza di ieri ha rimarcato:
Non potendosi conoscere quali sarebbero state le fonti di prova acquisite in un procedimento conclusosi con provvedimento oggi irrevocabile, risulta impossibile ogni valutazione comparativa con quelle nuove indicate dal richiedente.