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Deposito rifiuti radioattivi, in Piemonte nessun sito è idoneo

Trasmesso al Sogin un documento regionale che porterebbe evidenze tecniche tali da escludere il Piemonte dai territori per un deposito di rifiuti nucleari.

Deposito rifiuti radioattivi, in Piemonte nessun sito è idoneo
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In Piemonte non esiste alcun sito idoneo ad accogliere un deposito di rifiuti radioattivi. La Giunta ha approvato la trasmissione dello studio frutto di un’istruttoria fatta da funzionari regionali e tecnici di Arpa sulla scorta di banche dati, piani e programmi più aggiornati. L'Assessore regionale del Piemonte all'Ambiente, Matto Marnati: “Abbiamo ascoltato i territori in merito a criticità che non erano state inserite nella Cnapi”.

Deposito rifiuti radioattivi, nessun sito idoneo in Piemonte

È un corposo documento, di 130 pagine, frutto di un’istruttoria tecnica che ha visto coinvolti funzionari regionali, competenti nei vari settori presi in considerazione per l’elaborazione della Carta Nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), e tecnici di Arpa, quello che la Giunta regionale ha approvato per la trasmissione alla Sogin.

Al suo interno osservazioni e proposte tecniche con una duplice finalità:

  • da una parte verificare la corretta applicazione dei criteri utilizzati da Sogin per l’esclusione delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico (carta pubblicata il 5 gennaio scorso)
  • dall’altra fornire dati ed elementi di approfondimento per la redazione della Cnai, ovvero la Carta nazionale delle aree idonee, senza esprimere un giudizio di merito sull’idoneità o la non idoneità dell’area.

Le osservazioni riguardano temi specifici, come sismicità, geologia, idrogeologia, acque sotterranee, trasporti, risorse agricole, aree naturali protette, aree dismesse, industrie “Seveso”, urbanistica e tutela del paesaggio.

L’utilizzo delle banche dati più aggiornate e il riferimento ai documenti di pianificazione e programmazione più recenti, hanno permesso infatti di mettere in luce alcuni aspetti che non sono stati presi in considerazione nell’elaborazione della Cnapi e per i quali la Regione chiede di effettuare approfondimenti e che vengano tenuti in conto nella successiva fase di elaborazione della Cnai.

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Si citano, ad esempio i riferimenti alla presenza di depositi alluvionali di età olocenica, a più recenti studi sulla fagliazione condotti nell’area del Monferrato e nella piana alessandrina, al riferimento agli eventi alluvionali che hanno interessato nel novembre del 2019 alcune aree dell'Alessandrino e che non vengono menzionati. Come svelato dalla Cnapi (Carta delle aree potenzialmente idonee) nella notte tra il 4 e il 5 gennaio 2021, in Piemonte erano state individuate ben 8 zone tra le province di Torino e Alessandria, 6 delle quali, appunto, nell'Alessandrino.

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"Abbiamo ascoltato i territori in merito alle criticità"

“Abbiamo ascoltato i territori in merito a criticità che non erano state inserite nella Cnapi - commenta l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – E anche sulla base di queste abbiamo prodotto integrazioni che, possiamo dire, escludono i siti che sono stati individuati. I dati e le informazioni forniti nel documento dovranno dunque servire a Sogin per garantire che le aree che saranno individuate nella Cnai terranno conto di tutti gli approfondimenti richiesti come ad esempio in materia di aree naturali protette, presenza di produzioni agricole o tutela del paesaggio”.

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