La Pernigotti riapre, al lavoro 15 dei 92 dipendenti in cassa integrazione

Nel frattempo si fa avanti un’azienda inglese: pronti a rilevare marchio e fabbrica.

La Pernigotti riapre, al lavoro 15 dei 92 dipendenti in cassa integrazione
Pubblicato:
Aggiornato:

Alla Pernigotti di Novi Ligure riprenderà la produzione, seppure in forma ridotta.

15 lavoratori della Pernigotti sono tornati in fabbrica

Oggi, lunedi 25 febbraio 2019 quindici lavoratori  sono tornati in fabbrica per pulire e fare manutenzione agli impianti, fermi da mesi. L’obiettivo è produrre una partita di cremini. Proprio in questi giorni sono arrivati alcuni Tir per caricare la materia prima stoccata nello stabilimento di Novi Ligure quali incarti, burro, zucchero.

E' notizia di pochi giorni fa dell'accordo sottoscritto tra sindacati e proprietà dopo tre mesi di occupazione dello stabilimento per protestare contro la chiusura: Pernigotti, l’azienda chiude dopo 160 anni, cassa integrazione straordinaria per 92 dipendenti dell'azienda con sede a Novi Ligure.

La posizione dei sindacali

In una nota Marco Malpassi, sindacalista della Flai Cgil fa sapere che:

"Gli operai resteranno al lavoro per circa tre settimane per questa 'coda' di produzione richiesta dall’azienda. Verranno ovviamente pagati e per il periodo di lavoro non percepiranno la cassa integrazione. Mercoledì incontreremo i legali della Pernigotti per fare il punto della situazione".

Un'azienda inglese tra i possibili acquirenti del marchio Pernigotti

Intanto, nonostante la posizione dei Toksoz, fermi nel tenersi stretto il marchio, si è fatta avanti, secondo Malpassi, un’azienda inglese che vorrebbe proprio fare suo il marchio stesso, compresa ovviamente l’azienda. È la Optima Mec3, leader nella produzione di gelati e basi per dolci, che in Italia ha sede in provincia di Rimini e che lo scorso anno ha acquisito la Giuso Guido Spa di Bistagno, nell’Acquese.

La Pernigotti ribadisce la sua posizione: si punta solo sulla reindustrializzazione dello stabilimento novese.

 

LEGGI ANCHE: Dopo Pernigotti, chiude anche Peyrano: la crisi del cioccolato piemontese.

Seguici sui nostri canali